martedì 25 aprile 2017

Recensione #68 Il signore delle mosche by William Golding




Autore: William Golding
Titolo: Il signore delle mosche
Editore: Mondandori Oscar
Pag: 293
Data di pubblicazione: 31 maggio 2016


Trama
Un aereo cade su un'isola deserta mentre è in corso un conflitto planetario. Sopravvivono solo alcuni ragazzi che si mettono subito all'opera per riorganizzarsi senza l'aiuto ed il controllo degli adulti. Sembra il prologo ideale per un romanzo d'avventura che celebri il pragmatismo e il senso della democrazia britannici. Qualcosa invece comincia a non funzionare come dovrebbe, emergono paure irrazionali e comportamenti asociali, da cui si sviluppa una vicenda che metterà a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana.

Un classico che volevo leggere da tanto tempo e che mi ha affascinato dalla prima pagina.





Io ho paura. Ho paura di noi.

Un gruppo di bambini (nessun adulto) sopravvissuti a un disastro aereo si ritrova su un'isola disabitata. Un vero paradiso...
Chi non ha mai sognato di vivere su di un'isola deserta, senza regole e senza gli obblighi della società?

Accettavano i piaceri del mattino, il bel sole, il palpito del mare, l'aria dolce, come il tempo adatto per giocare, un tempo in cui la vita era così piena che si poteva fare a meno della speranza.

Tutto ciò potrebbe essere la più grande avventura, il sogno di ogni bambino che lontano dal mondo degli adulti, possa vivere.
I guai iniziano quando si cerca di sopravvivere instaurando una sorta di società che, all'inizio, funziona bene ma poi tutto degenera...
Questo libro, ambientato in un futuro prossimo alle soglie di una guerra atomica, è terrorizzante per la sua crudezza. L'istinto di sopravvivenza e la paura si scontrano creando una storia intensa che non dà un attimo di trequa al lettore.
Mi è piaciuto che l'autore abbia deciso di raccontare questa storia attaverso gli occhi spaventati dei bambini. Bambini che commetto errori sciocchi e infantili, ma proprio per questo rendono il romanzo assolutamente reale. Anche la loro paura della Bestia è perfettamente plausibile. Non sarebbe stato realistico per dei bambini, non avere un minimo timore di un qualcosa di terrificante che abitasse nell'isola.
La parte più scioccante del romanzo è vedere come dei ragazzini possano diventare assassini selvaggi e brutali in determinate circostanze.
Altra cosa che mi ha turbato e non vedere in Ralph il buono della situazione. Potevo capire la necessità del fuoco sempre acceso per essere avvistati e salvati, ma era necessaria anche la ricerca di cibo per sopravvivere fino al salvataggio. Eppure so che proprio grazie a Ralph (e Piggy) le cose non sono precipitate dall'inizio. In mano a Jack, l'antagonista della storia, gli istinti selvaggi dei ragazzi avrebbero preso il sopravvento da subito. O no?...
Un romanzo devastante, terrificante, agghiacciante ma che tutti dovrebbero leggere.






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