giovedì 31 agosto 2017

Recensione #114 Fellside. La prigioniera by M.R. Carey

Autore: M. R. Carey
Titolo: Fellside. La prigioniera
Editore: Newton Compton Editore
Data di pubblicazione: 23 marzo 2017
Pagine: 501

Trama
Jess si sveglia in ospedale. Non ricorda niente, neanche il proprio nome, ma sa che quella che vede allo specchio non è la sua faccia. È stata ricoverata per le ustioni che ha su gran parte del corpo e del viso. A poco a poco, frammenti di ricordi le tornano in mente. Le dicono che ha appiccato il fuoco alla sua casa sotto effetto della droga e che, nell’incendio, è morto un bambino di dieci anni che abitava nell’appartamento sopra di lei. Il suo ragazzo, John, conferma questa versione dei fatti e lei si convince di essere davvero una piromane assassina. Durante il processo accetta passivamente ogni accusa e viene, perciò, condannata e rinchiusa nel carcere femminile di massima sicurezza di Fellside. La prigione è sotto il controllo di una certa Grace, che gestisce, con la complicità della guardia Devlin, il traf co della droga. Grace ha due guardaspalle, Lizzie e Big Carol, con le quali è meglio non avere a che fare. Ma c’è di più: con il favore delle tenebre a Jess appare il fantasma del bambino morto nell’incendio. Le dice che ha bisogno del suo aiuto e che non accetterà un no come risposta…




Avendo adorato il libro precedente di questo autore, una delle letture più belle dello scorso anno, appena la Newton Compton ha dato notizia dell'uscita, in italiano, di questo suo nuovo romanzo mi sono precipitata a chiederlo. Purtroppo ho dovuto procrastinare la lettura per alcuni mesi, ma finalmente in vacanza sono riuscita ad affrontarla.


Dove sono? Come sono finita qui?
Chi è che pensa questi pensieri?
Cosa c’era prima che ci fosse questo?

La vera storia di Jess e la reale implicazione del fidanzato John si intuivano già da subito ma ciò non ha tolto piacere alla lettura. Il voler scoprire cosa fosse realmente successo al fantasma di Alex mi teneva avvinghiata al Kindle.
Anche chi fosse in realtà lo spettro che accompagnava la protagonista ad un certo punto diventi facilmente intuibile, mi lasciava con dei dubbi da svelare.
Ho trovato i protagonisti ben sviluppati, in particolar modo la protagonista Jess a cui non ho potuto fare a meno di affezionarmi e per cui avrei voluto un finale completamente diverso...
Quello che non mi ha convinto pienamente è proprio la parte soprannaturale del romanzo. Se all'inizo mi piaceva come l'autore giocava con le percezioni della protagonista, poi ha perso qualcosa.

Una volta, dopo essere tornata da una di queste immersioni, ebbe la forte sensazione di non essere sola nella stanza. Come la prima notte nel reparto, solo ancora più netta. Qualcuno si stava muovendo vicino alla testiera del letto. Aspettò che apparisse nella sua visuale, chiunque fosse, ma non accadde mai. Continuava a muoversi avanti e indietro oltre il letto, i passi erano leggeri e irregolari, non si riusciva a capire cosa stesse facendo. Saltellava? Ballava? Spingeva qualcosa sul pavimento senza mani?

Avrei preferito una parte in cui ci fosse una maggiore indagine sul caso di Jess e meno risvolti paranormali.
Lo stile narrativo di Carey è buono e mi ha catturato subito regalandomi quella tensione che ha reso la lettura molto piacevole.

In conclusione l'ho trovato un buon romanzo che racconta una storia di redenzione e di perdono, non solo per Jess, ma anche per alcune delle prigioniere.


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